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Pannelli solari a lezione di design

di Mila Fiordalisi

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21 febbraio 2010

Dal tetto alla facciata. La sfida dell'integrazione architettonica amplia gli orizzonti applicativi delle tecnologie fotovoltaiche. Produttori, designer e ricercatori dovranno confrontarsi sul campo della progettazione "d'arredo". Spesso giudicati antiestetici al punto da essere vietati da molte amministrazioni comunali, in Italia più che altrove, gli impianti fotovoltaici dovranno dunque essere rivisitati in chiave décor. E qualcosa comincia a muoversi.

Sul mercato si affacciano le prime soluzioni ideate ad hoc per consentire l'uso del fotovoltaico alla stregua di una "pelle" solare, un materiale da rivestimento tout court.
La tedesca Sulfurcell propone una linea di moduli fotovoltaici in diverse varianti e finiture, combinabili fra loro. Si va dal pannello in vetro brillante a quello rivestito con profili in alluminio anodizzato o cornice in legno scuro. I pannelli vengono forniti insieme con la struttura di base che consente di "incastonarli" per ottenere facciate continue, come quella dell'edificio che a Berlino ospita i nuovi uffici amministrativi della stessa Sulfurcell: 900 i moduli utilizzati per dare vita alla maxi parete vetrata concava dal design ultramoderno che riesce a soddisfare il 30% delle esigenze energetiche della struttura.

Nanoparticelle metalliche e pigmenti fluorescenti sono gli ingredienti della ricetta fotovoltaica di GreenSun Energy, azienda con headquarter a Gerusalemme che produce lastre trasparenti e disponibili in diverse colorazioni. I pannelli possono essere usati ad esempio in sostituzione delle parti vetrate delle facciate anche perché consentono di far filtrare la luce all'interno degli edifici.
Per restare al Vecchio Continente si comincia a lavorare anche sugli "accessori": il designer belga Vincent Gerkens ha ideato un foglio elettroluminescente da applicare sulla parte esterna delle tende veneziane per finestre. Durante il giorno la pellicola accumula l'energia prodotta dall'impatto dei raggi solari per poi rilasciarla la sera sotto forma di illuminazione attraverso la superficie a base di led di cui è rivestita la tenda nella parte interna.

Ma sono gli Stati Uniti a detenere il primato delle soluzioni dal design d'autore. È a firma dello studio newyorchese Smit (Sustainibility minded interactive technology) lo scenografico sistema di rivestimento "Grow" a base di "foglie" fotovoltaiche multicolore. Le micro-placche in polietilene riciclabile, dotate sulla parte a vista di un sottilissima pellicola fotovoltaica, sono fornite in unità da cinque pezzi agganciate fra loro attraverso una maglia metallica costituita da generatori piezoelettrici che trasformano in elettricità anche l'energia cinetica del vento. Con il vento le piccole "foglie" ondeggiano inoltre sulla facciata sortendo un sorprendente effetto movimento.

Fra le soluzioni più innovative la "conchiglia" tridimensionale "Solar Skin" ideata dallo studio Formwork di San Francisco. La conchiglia nella parte esterna è costituita da celle a film sottile stampate su mylar rivestite da una cornice in resina bianca; in quella interna sono installati micro-specchi parabolici che catturano le radiazioni solari amplificandone la resa energetica. Ma ciò che rende eccezionale il modulo californiano è la sua capacità di cambiare forma: la struttura può essere compressa fino a ottenere una superficie completamente piatta. Riproducono in piccola scala gli impianti a concentrazione solare anche i moduli in vetro trasparente appena sfornati dal Center for Architecture science and ecology (Case) battezzato a fine 2008 dallo studio newyorchese Som (Skidmore, Owings & Merrill) in collaborazione con il Rensselaer Polytechnic Institute.

Negli Stati Uniti sono, inoltre, in fase di test soluzioni che promettono di rivoluzionare, nel giro di qualche anno, l'intero mercato del fotovoltaico.
Piccole come brillantini le celle "glitter" messe a punto dai Sandia National Laboratories del Dipartimento di Energia del governo Usa assemblate sotto forma di moduli esagonali. Lo spessore medio di ciascuna cella è di appena 17 micrometri (inferiore a quello di un capello).
"Invisibile", infine, la soluzione in fase di test presso l'università texana di Austin dove un team di ricercatori ha sviluppato un inchiostro fotovoltaico spruzzabile sulle superfici sotto forma di spray.

21 febbraio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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